Gustavo ci porta in alta quota con la sua “Astronave”

Gustavo ci porta in alta quota con la sua “Astronave”
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La recensione del singolo d’esordio del cantautore genovese

Una penna. Un pezzo di carta. L’ennesimo, dopo averne accartocciati molti perché non si trovano le parole giuste.

È questa l’immagine che suscita immediatamente “Astronave“, il primo singolo pubblicato pochi giorni fa dal giovane artista genovese Gustavo Casella, semplicemente Gustavo nel suo fare musica. 
Un brano molto interessante che racconta in modo semplice e schietto una storia d’amore ormai lontana, svanita per il poco tempo di cui ha potuto godere. Un rapporto appena nato ma già capace di lasciare una traccia, forse indelebile. E quindi non resta che prendere carta e penna e, senza tanti giri di parole, riversarci sopra le tante parole non dette. Per fretta o forse più per il timore di affrontarle.

Nei primi 12 secondi del brano si viene catapultati immediatamente su quella astronave a cui Gustavo ha dedicato il brano e sulla quale invita a salire anche noi. D’altronde è solo sollevandosi in quota che si riesce a vedere alla perfezione il mondo.  

Colpisce anche la scelta del suono di chitarra che accompagna la voce, pulita e delicata, di Gustavo. Da questo tipo di brano ci si aspetterebbe il suono caldo di una chitarra acustica, quasi a voler dare l’idea di una canzone nata d’istinto, chitarra e voce, in una camera d’appartamento.
Gustavo decide invece di accompagnarsi con una chitarra elettrica, senza particolari effetti ma con il tipico “suono sporco” che contraddistingue questo strumento. Proprio per rappresentare il fiume di emozioni contrastanti che stanno dietro a questa lettera scritta in musica.

Come sarà finita quella storia d’amore sta all’ascoltatore immaginarlo. Il brano sembra volutamente lasciato in sospeso nel suo finale, come una delle tante lettere che si capisce a metà essere troppo impegnativa per essere spedita. E si torna su quell’astronave…

A Gustavo non possiamo che augurare che questa sia solo la prima tappa di un viaggio nella musica che gli dia grandi soddisfazioni. 

Una cosa è certa: lui paura di volare certamente non ce l’ha!

recensione a cura di
Francesco Malferrari

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