“A Notte Fonda” è il nuovo disco dei NOP. E ci piace tantissimo

“A Notte Fonda” è il nuovo disco dei NOP. E ci piace tantissimo
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L’intervista alla band bolognese.
«La nostra città? Non lascia mai indietro nessuno» 

Dopo averci raccontato della propria città, portandoci per “Le strade di Bologna” e averci fatti un po’ sognare con “L’unico per te”, finalmente i Nop tornano sulla scena con il loro primo LP “A Notte Fonda”

Uscito lo scorso 4 ottobre dopo una gestazione lunga un anno in collaborazione con Muxland Production, il primo disco dei Nop rappresenta appieno gli ultimi 8 anni di musica durante i quali i ragazzi hanno sperimentato e sono maturati, mantenendo sempre la propria personalità incredibilmente rock.
E a noi, si sa, le personalità forti piacciono particolarmente.

La copertina del disco “A Notte Fonda”

NON SOLO UN DISCO PERSONALE

Un album che racconta le loro emozioni attraverso brani che spaziano da tematiche come l’amore, la difficoltà delle giovani generazioni nell’adattarsi ai mutamenti richiesti dalla società, fino a canzoni che vogliono descrivere i dolori attraversati dall’Emilia-Romagna e il Paese tutto. 

FRANCESCO MALFERRARI RACCONTA

«A Notte Fonda  per noi significa tantissimo. Un album che abbiamo curato nei minimi dettagli passando nottate intere in studio a sistemare ogni più piccolo aspetto dei brani. Dentro sono contenuti 8 anni della nostra vita, 8 anni di musica, risate e concerti. In quelle 10 tracce sono racchiuse tutte le nostre emozioni più vere e non vedevamo l’ora di poterle condividere!» 

L’INTERVISTA

Le strade di Bologna” è il singolo che ha anticipato il vostro primo disco: innanzitutto, come ci si sente ad affrontare il primo disco? E poi, quanto della vostra città natale troveremo dentro i brani?
«Questo album significa davvero tanto per noi, non solo perché sarà il primo, ma anche perché raccoglie al suo interno 8 anni insieme. Trovarsi a 28-30 anni a rimettere le mani su brani che hai scritto a 19-20 anni è una grande emozione. Abbiamo lavorato per oltre un anno a questo album e siamo davvero soddisfatti del risultato che siamo riusciti a raggiungere perché ci rappresenta appieno. C’è tanto rock, tanta passione ma anche brani profondi, che trattano temi tanto difficili quanto importanti.
E poi c’è tanto di Bologna in questo album. È la nostra città, dove siamo nati e dove viviamo tutti e 5 da sempre. Una città che trasuda passione per la musica e che non lascia mai indietro nessuno. Aprire l’album con “Le Strade di Bologna” è stata quasi una scelta obbligata!»

Con questo lavoro fresco ma dalle sonorità che ripescano ben volentieri dal rock più classico, riportate in auge il rombo di quelle chitarre che oggi tendono un po’ a sparire, in un mondo fatto di Indie e Trap: come ci si sente a nuotare beatamente “controcorrente”?
«Benissimo. Sarà incoscienza o forse semplicemente passione per ciò che suoniamo e creiamo insieme. Produrre brani rock non è mai stata una scelta di convenienza o volontariamente controcorrente, ma una necessità per ciascuno di noi. All’interno del Rock, e di quelle chitarre che rombano, noi ritroviamo la forza e la tenacia delle emozioni più forti, sia quelle positive che quelle negative che secondo noi solo il Rock riesce ad esprimere al 200%.»

Qual è il fil rouge del disco? Ci sono storie nascoste da cogliere?
«Il fil rouge dell’album sono le vite di 5 ragazzi che dall’età di 19 anni hanno deciso che la musica dovesse essere un tratto fondamentale della propria vita. Ci sono storie d’amore, di quello straripante che ti fa venire voglia di gridarlo al mondo ma anche di quello difficile, complicato, sofferto. Ci sono brani che parlano delle difficoltà dei giovani in quest’epoca. E poi ci sono due brani, a cui teniamo davvero tanto, che parlano di due grosse ferite che hanno interessato la nostra regione e il nostro Paese. Due storie che abbiamo deciso di raccontare in modo schietto e vero. Senza filtri. Senza paura delle emozioni che ci stanno dietro.»

“Terra e vento”, “Piove”, “Luce”, “Cenere”… tanti brani che fanno riferimento a elementi naturali: che ruolo gioca la natura nella vostra musica?
«La natura è alla base della nostra esistenza e in quei brani troviamo la rappresentazione plastica di quanto la natura rappresenti una metafora delle nostre esperienze di tutti i giorni. Siamo certi che chi leggerà i titoli di questi brani capirà al volo il senso più profondo dei nostri pezzi, ancor prima di ascoltarli.»

Tracklist
Le strade di Bologna
Terra e vento
Piove
Luce
Cenere
Sei Tu!
Cambiamenti
In un istante (20 maggio 2012)
Ritratto di Aldo Moro

A cura di
Giovanna Vittoria Ghiglione

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Giovanna Vittoria Ghiglione

Giovanna, classe 1992, è un’instancabile penna incallita. Per lei, le cose importanti passano tra inchiostro e carta: tutto il resto è noia. Impulsiva come Malgioglio davanti a un negozio di pashmine floreali, ha sempre trovato nella scrittura il rimedio più efficace contro gli errori della vita: scrivere significa pensare e pensare – purtroppo – non è da tutti. La musica ha sempre giocato un ruolo primario nella sua vita e scriverne è diventato presto un obiettivo da raggiungere. E se è vero che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, a lei non piace proprio tutto: è passata, negli anni, da grandi classici della scena Pop dell’adolescenza, al Rock degli anni ‘90, fino all’Hip Hop – che sin da bambina ha amato grazie alla danza. Autentica sostenitrice della morte dell’Indie, oggi non ha un genere preferito nonostante le statistiche di Spotify evidenzino una grande tendenza Pop.

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